Iniziativa

Questo e’ il post del mio intervento a Prossima Fermata Pisa, 30 aprile 2011:

C’e’ pessimismo in Europa, negli Stati Uniti e ovviamente in Italia. Ben fotografato dal Barometro Gallup di dicembre 2010. Tutti avvertiamo che c’e’ un ciclo che si chiude, cominciato con l’ultimo dopoguerra, e non sappiamo quale ciclo si apre.

Da un punto di vista molto privato, il mondo funzionava cosi’: tu cercavi di studiare quanto piu’ possibile, quanto la tua famiglia, le tue capacita’ ed eventuali sostegni ti consentivano; poi ti facevi assumere da un’impresa o vincevi un concorso per il pubblico impiego adeguato alla tua istruzione, o ti introducevi in una professione liberale, nell’artigianato o nel commercio. La’ lavoravi e facevi carriera fino alla pensione, nel frattempo mettendo su famiglia e facendo seguire lo stesso percorso ai figli, magari facendoli studiare un po’ di piu’ e meglio. E cosi’ via.

C’erano molte variazioni sul tema: eri donna e lavoravi solo a casa, oppure no; eri del sud o della provincia e quindi dovevi emigrare, oppure no; andava meglio del previsto e salivi un paio di gradini nella scala sociale, oppure no.

Insomma, te la cavavi con un minimo di iniziativa. Bastava obbedire alle regole e metterci piu’ o meno impegno.

Quel mondo sta svanendo, gia’ da un po’. Non per tutti e nello stesso tempo: ci sono i piu’ fortunati che non se ne accorgono nemmeno, molti altri invece hanno gia’ subito gli effetti della cosa. E accusano il colpo il doppio, perche’ le loro aspettative sono piu’ alte dei padri.

Pero’ illudersi che tutto possa tornare come prima, e’ inutile e dannoso.

Non sappiamo esattamente cosa viene dopo. Sappiamo alcune cose. Sappiamo che – come sempre – le tecnologie fanno sparire e rinascere interi settori dell’economia, ma che ad ogni ciclo sono richiesti meno addetti. Sappiamo che ormai la competizione internazionale avviene in una pianura aperta, e che le tecnologie piu’ avanzate sono a disposizione di paesi con cui e’ inutile competere sulla base dei costi. Sappiamo che dobbiamo sostenere una popolazione anziana crescente e con alte aspettative di qualita’ e di durata della vita.

Ma sappiamo anche che il mondo non e’ mai stato migliore di oggi. Negli ultimi dieci anni centinaia di milioni di persone sono uscite dalla poverta’ piu’ nera. Non abbiamo mai avuto un aspettativa di vita sana cosi’ lunga. Il singolo individuo non ha mai avuto tanto potere, grazie alla leva che le tecnologie e la rete offrono. Il pessimismo deriva dalla nostalgia del mondo che era e dall’incertezza.

Ora non abbiamo un nuovo modello del mondo e non sappiamo cosa funzionera’. In questi casi dobbiamo procedere per tentativi.

Per questo motivo, le persone piu’ preziose sono ora quelle capaci di prendere l’iniziativa, quelle che fanno nascere cose nuove, nel piu’ piccolo e nel piu’ grande, nell’impresa e nelle professioni, nell’universita’ e nella ricerca, nel sociale e nella politica, nelle arti. Che provano a ripetizione, finche’ non trovano quello che funziona. Studiare, obbedire alle regole e impegnarsi non basta piu’.

Ecco, io credo che dobbiamo incoraggiare e sostenere coloro che prendono l’iniziativa. Il meglio che possiamo fare e’ non sopprimere questo tratto umanissimo nelle scuole e nelle universita’. Coltivarlo, se ci riesce, sebbene sappia quanto poco siamo attrezzati. Dobbiamo cercare di incentivare gli “iniziatori” con il riconoscimento sociale e politico. Dobbiamo soprattutto rimuovere ostacoli burocratici e normativi, i mille steccati e fortini, e liberare risorse che sono adesso impegnate per far durare un po’ di piu’ il mondo che fu e che non sara’ piu’.

 

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