Un Paese Snello

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Il Tirreno, 29 gennaio 2012 

Tutte le principali nazioni europee hanno oggi lo stesso problema, anche se in misura diversa: hanno varato un piano di austerità per ridurre il defiti di bilancio o aumentare il surplus, ma hanno bisogno di generare crescita economica. Per la Germania il problema è più semplice, per L’Italia è formidabile.

Sappiamo ormai che le classiche ricette per la crescita non sono usabili: aumentare la spesa pubblica non è praticabile, svalutare non è possible, aumentare le esportazioni è difficile se gli altri paesi sono attenti alle spese. Le liberalizzazioni appena varate hanno effetto forse solo a lungo termine, ma non nei prossimi due-tre anni.

Ma c’è ancora uno strumento che non è stato usato: snellire il Paese.

Un programma deciso per semplificare, alleggerire, tagliare una serie infinita di norme inutili e complicazioni che zavorrano tutti coloro che vorrebbero fare qualcosa in Italia. Una serie di azioni per spingere l’uso di tecnologie moderne per snellire i processi, le interazioni tra pubblica amministrazione,  imprese, cittadini, e per ridurre il tasso di errori in quello che facciamo.

Nonostante se ne parli da decenni stiamo peggiorando. Perché qualcosa è stato fatto ma il mondo si muove più veloce. Sembra che ora il governo voglia agire e speriamo lo faccia con decisione.

Un ostacolo grande è rappresentato dal fatto che tutte queste complicazioni giustificano la presenza di strati di burocrazia: impiegati, quadri, dirigenti, legioni di professionisti e consulenti. Tutti si oppongono a ogni semplificazione in nome di qualche garanzia di qualità spesso ingiustificata.

Ma c’è un ostacolo ancora maggiore: l’Inerzia formidabile anche di chi non ha secondi fini. Questa abitudine a muoversi in uno scafandro fin da piccoli. E l’inerzia si vince solo in un modo: rendendo alcune semplificazioni obbligatorie da subito e definitive. Non facoltative. Non derogabili.

Un esempio? Presso l’Università di Pisa l’uso facoltativo di verbalizzazione elettronica degli esami è cominciato dieci anni fa, prima con i cellulari poi con un terminale POS, come quello con cui nei negozi si usa il bancomat. Funzionava perfettamente ed era comodissimo da subito. Eliminava scartoffie e risparmiava il tempo di passare allo scanner e trascrivere a mano i verbali di carta. Faceva comparire subito gli esami nelle carriere degli studenti.

Ma era facoltativo, e solo alcuni docenti veloci con le nuove tecnologie lo usavano. Finché non è diventato obbligatorio, qualche anno fa. A quel punto si sono visti i benefici veri per tutti.

Per essere efficaci, procedure di snellimento e digitalizzazione devono diventare obbligatorie e perentorie.

Si può snellire anche senza digitalizzare. Basta prestare un’attenzione maniacale alla cosa. E non basta digitalizzare per snellire. Siamo riusciti ad avere procedure digitalizzate ma inutilmente complicate, ad ogni livello di amministrazione.

Non snobbiamo l’effetto dello snellimento sulla crescita. Più snello, il paese si muove più veloce, consuma meno, si usura meno. Proprio come una persona. Lo scafandro che abbiamo addosso rappresenta un costo enorme e drena le limitate risorse di energia di imprese e cittadini.

Finisco con un altro esempio tratto da un ambiente che conosco bene. La Commissione Europea finanzia con i Programmi Quadro la ricerca e lo sviluppo delle imprese e degli enti di ricerca. Fanno lo stesso in italia i Ministeri, con vari programmi, e le Regioni. Interagire con la Commissione Europea, al confronto, è il Paradiso: pochi adempimenti burocratici, le certificazioni che contano, pagamenti veloci. Dieci volte più semplice per finanziamenti anche dieci volte maggiori.

Poi, ironicamente, quando parli con colleghi tedeschi, francesi, scandinavi ti dicono esattamente il contrario: aver a che fare con la Commissione Europea è un Inferno: una burocrazia infinita rispetto all’agenzia di finanziamento nazionale.

Uno può anche essere intimanente sciovinista, ma non così masochista da non voler emulare i buoni esempi che ci sono. Ci vuole un’attenzione maniacale a semplificare centinaia di piccoli aspetti. Un’Italia snella si può. Leviamoci questo scafandro.

 

– link alle immagini dell’articolo: 1 e 2

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