La statistica e le discriminazioni

Come al solito i numeri sui giornali non tornano mai. La sentenza sulla causa indetta dalla FIOM alla FIAT sulle discriminazioni a Pomigliano è su tutti i giornali di ieri (sole24ore qui, linkiesta qui).

In breve, di 4367 operai che lavoravano a Pomigliano al 1/1/2011, 382 erano iscritti alla FIOM (rimasti poi iscritti in 207). Ne sono stati riassunti dalla FIAT 1893, di cui nessuno iscritto alla FIOM. La probabilità che una cosa del genere succeda assumendo “a caso” è circa una su 10 milioni (1e-7), dice la sentenza sulla base della perizia del consulente di parte della FIOM. In realtà, i conti sono semplici semplici, e la probabilità è molto più bassa: Considerando una base di 362 iscritti FIOM (togliendone 20 che hanno revocato l’iscrizione e sono stati assunti), la probabilità è 2.21e-95. Considerando in modo più conservativo una base di 207 iscritti è invece 1.8e-53. Molti ordini di grandezza inferiore a 1e-7. Un errore del perito mi pare improbabile, è un calcolo da scuola superiore. Più probabile che il magistrato o i giornali non abbiano riportato bene gli aspetti quantitativi. Sarebbe interessante vedere la perizia.

Comunque, il giudice ordina alla FIAT di ripristinare la proporzione precedente di iscritti alla FIOM (8.75% = 382/4367) assumendo altri 140 iscritti alla FIOM.

È probabile che FIAT discriminasse contro gli iscritti FIOM? Certo che è probabile, giudicando da i numeri.

La statistica fornisce un ottimo indizio, ma è ragionevole usarla come base di una sentenza?

Qui veramente non sono d’accordo con me stesso. Da un lato sì, perché non c’è niente di assolutamente certo al mondo, e l’inferenza statistica è uno dei pochi mezzi per far emergere discriminazioni. Però è anche vero che il numero viene ottenuto perché si fanno alcune assunzioni semplificative e in qualche modo assiomatiche sulle proprietà dell’insieme considerato (nel caso specifico, che l’iscrizione ad un particolare sindacato e l’impiego in uno stabilimento e la qualità del lavoro siano aspetti del tutto incorrelati e indipendenti).

Non so se è la prima sentenza basata sulla statistica in Italia. Sono convinto che sia l’inizio di un diluvio di cause su discriminazioni di ogni tipo, con esiti imprevedibili.

Share this:

Leave a Reply