L’Università di Pisa e le classifiche

Le classifiche internazionali sono tutte discutibili. Le metodologie contengono pesi che ci sembrano non appropriati, parametri non ragionevoli. E sicuramente mancano fattori importanti.

Però.

Quando classifiche diverse, basate su metodologie diverse, piazzano l’Università consistentemente fuori dalla top 5 in Italia, non si può essere contenti.

Questa è la tabella della posizione dell’Università di Pisa nelle più note classifiche internazionali e nazionali. Nella seconda colonna c’è la posizione nella classifica internazionale. Nella terza la posizione nella classifica ridotta nazionale.

tabella_ranking

Voglio concentrarmi sulle posizioni nazionali. Le altre università italiane sono soggette agli stessi tagli da parte dei Ministeri, alla stessa normativa. La classifica limitata alle università italiane è quindi dovuta alle politiche delle singole università.

Come si può notare, c’è una seconda posizione per Pisa! Beh, non è una contraddizione con quanto scrivo sopra. Come vedremo, nasconde un problema serio.

Se consideriamo le classifiche nazionali, che considerano poco la ricerca, Pisa è in posizione 24 per il Sole 24 ore, e in posizione 22 per la grande guida Censis-La Repubblica.
Le classifiche internazionali sono più generose. Considero solo le quattro più conosciute, e tutte valutano Pisa un po’ meglio delle classifiche nazionali. La classifica Times Higher Education (THE) ci pone in posizione 19 tra le italiane (a parità con altre), la CWUR in posizione 8, Quacquarelli Symonds (QS) in posizione 7, e infine la classifica di Shanghai (ARWU) in posizione n. 2 tra le italiane, dopo la Sapienza di Roma.

Il secondo posto nazionale nella classifica ARWU nasconde un problema: è basato tutto sul passato.

Infatti, dei parametri che compongono il punteggio ARWU, due considerano gli Award. Un 10% del punteggio totale è attribuito sulla base degli ex-studenti che hanno ricevuto un Nobel o una medaglia Fields. Un 20% sulla base dei docenti che hanno ricevuto Nobel e medaglie Fields mentre erano in servizio.

Sono situazioni molto elitarie che spingono Pisa in alto, perché sono parametri per cui Pisa è prima in Italia. Fermi e Rubbia sono ex-studenti dell’Università di Pisa premiati con il Nobel per la Fisica (ancora contano). Bombieri ha ricevuto la medaglia Fields nel 1974, mentre era professore di analisi matematica presso l’Università di Pisa (dal 1966 al 1974).

C’è anche una classifica ridotta, sempre sul sito ARWU, che esclude gli Award, e valuta solo i rimanenti parametri, basati sul presente. In questa classifica ridotta, UniPI è nella posizione n. 12 in Italia.

La sensazione forte è che l’Università sia una signora di antica nobiltà, decaduta. Un grande passato, ma un presente da mezza classifica.

La tradizione è prestigiosa ma da sola non basta. Il territorio ha una concentrazione unica di ricerca e ricercatori, ma non basta.

È la politica dell’Ateneo che deve essere davvero ambiziosa ed elevare la qualità e il prestigio dell’Università in ogni singolo aspetto e in ogni area disciplinare.

La guida dell’Ateneo deve essere ambiziosa e determinata, per rendere Pisa un’Università leader in Italia e inserirla nella mappa delle grandi università del mondo.

Le classifiche – poi – si aggiusteranno da sole.

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